Helìantheya Ensemble
B i o g r a p h y
La musica sin dagli albori del genere umano ha sempre esercitato nell’uomo un grande fascino,una misteriosa magia, dando
vita alle più fantasiose storie.Le storie sulla musica scritte prima del secolo scorso incominciano,quasi ritualmente,col dar conto dell’origine mitologica dei più antichi strumenti. Originariamente la musica strumentale si trova unita alla danza assai strettamente,il canto può forse esistere anche senza un preciso linguaggio , non così la musica strumentale, che, nelle sue forme più primitive, presuppone
sempre la danza,essa stessa è danza.L’uomo batte il suolo con i piedi o con le mani, percuote il suo corpo con una cadenza, lo agita parzialmente o interamente per animare gli oggetti e gli ornamenti che indossa. Per affrontare una breve analisi della musica del medio oriente,non possiamo non ricordare le prime grandi civiltà dell’umanità.
La musica ,come la si trova nelle città e nelle oasi dell’Arabia preislamica,era praticata per lo più dalle donne del popolo, e
soprattutto da una categoria di ragazze-cantatrici, chiamata “qaina”(qainàt plurale e qaina singolare), che erano al servizio di
famiglie delle classi privilegiate o venivano impiegate nei locali di divertimento,ancelle che oltre a cantare e suonare uno
strumento,mescevano vino e procuravano piacere. I musicisti (mughanni) e gli strumenti (àlaàtì) maschili non erano così
comuni,ben poco si è scritto su di loro. Le qainàt solevano non solo recitare, ma anche cantare le poesie dei grandi poeti della
jahilyya,soprattutto di quelli che lodavano il signore(sayyid) o padrone della qaina.Durante la Jaliyya si distinguono chiaramente due diversi stili di canto:quello della popolazione sedentaria(ahl al-hadar) e quello dei beduini nomadi. Ed è proprio un viaggio tra suoni antichi, dal sapore ancestrale ,che il duo propone, attraverso l’utilizzo sia di strumenti tipici dell’area mesopotamica, che di strumementi Barocchi che da essi derivano. Il repertorio andrà da brani di musica tradizionale persiana, armena, turca e sefardita, fino alle sensuali atmosfere del barocco Romano, un “file rouge” che da sempre unisce
Oriente ed occidente.